Salvatorello

La Croce del SS. Salvatore alla Torre compie 100 anni

(Visite precedenti: 633) - Di fronte al tempietto dedicato al SS. Salvatore

alla Torre, in Cefalù ,da ormai cento anni, si trova una croce in ferro battuto collocata li nel lontano1914 in occasione della conclusione delle giornate di evangelizzazione predicate dai Padri Passionisti. 
Il 4 marzo dell'anno 1917, venne ricollocata nella sua ubicazione originaria dopo che alcuni estremisti, avendola divelta, ne oltraggiarono il simbolo danneggiandola e gettandola nel fiume. Il vescovo del tempo, mons. Sansoni, affiancato dal clero, e col concorso di molti fedeli, ritenne opportuno ricollocare la Croce nella sua ubicazione originaria, promuovendo, per tale circostanza, una solenne processione, per testimoniare la fede in Cristo Salvatore del mondo.
Ricorrendo il 4 marzo 2017 , cento anni trascorsi dal quel fausto giorno in cui la croce venne ricollocata dinanzi al tempietto, la comunità gioirà nel Signore,e sarà invitata a partecipare a questo evento.
Questo monumento, muto e silenzioso, è testimonianza viva della fede del popolo santo di Dio. E' un vivo e intramontabile segno che testimonia che il mondo con le sue mode e le sue ideologie passano e che solo Cristo rimane ieri oggi e sempre. La croce, recentemente restaurata, verrà arricchita da un artistico lume che la illuminerà, ricordandone la presenza. Inoltre la base di cemento ove si erge la croce stessa, verrà rivestita da un pregevole marmo di Carrara martellato, acquistato presso la ditta Costagliola Marmi di Cefalù. Sul marmo vi saranno incise due scritte:

D.O.M

In ricordo della Missione cittadina del 1914,
il Vescovo Anselmo Evangelista Sansoni,
qui pose il Vessillo glorioso di Cristo.
Divelto nel 1917 dalla miseria di pochi,
fu restaurato dalla fede di un Popolo devoto.


E ancora, per ricordare il centenario,vi sarà incisa la seguente dicitura;

D.O.M

Nel centenario della restaurazione
di questa Croce
a perenne memoria
il popolo cefaludese reverente poneva
IV Marzo 2017

E' compito nostro fare tesoro del nostro passato, per vivere una rinnovata fede nel SS. Salvatore.
Vorrei pertanto ringraziare tutta la comunità parrocchiale del SS. Salvatore alla Torre nella persona del parroco padre Pasquale Pagliuso e di tutta la comunità dei Padri Giuseppini di Cefalù . Un vivo ringraziamento va a quanti si sono adoperati per dare dignità a questo monumento, in particolar modo ad Alessio Messina che ha curato la progettazione del lume, ed al signor Rosario Puleo che si è interessato per la realizzazione del lume stesso. Ancora ringraziamo Giampaolo Lima e Francesco Gugliuzza, Salvatore Brocato per la loro preziosa e necessaria collaborazione. Un sentito ringraziamento va a quanti, con le loro offerte, hanno permesso realizzare questo lieto evento.
Grazie a tutti.

Riportiamo l'articolo: di ”LA CROCE DI FERRO OLTRAGGIO E RIPARAZIONE” , preso dal numero 12 del periodico ”La Voce del Tempietto”,

Nell'archivio della Chiesa del “SS. Salvatore alla Torre” vi sono alcuni giornali del primo novecento che hanno permesso di precisare la storia della croce di ferro che è posta dinanzi alla stessa Chiesa.
Questa croce fu posta a ricordo della Missione che i Padri Passionisti predicarono a Cefalù nel 1914.
Ecco la cronaca presa dal “Bollettino ecclesiastico della Diocesi di Cefalù”
Aprile - Maggio 1914 (pag. 54 ) :
“Nel numero scorso parlammo del gran concorso di popolo che affluiva ogni giorno alle Sacre Missioni date dai RR. PP. Passionisti e del gran frutto di confessioni e comunioni che se ne ricavò.
Le SS. Missioni si chiusero poi con una solenne processione, la Domenica delle Palme (5 aprile) allo scopo di piantare come ricordo una gran Croce di ferro dinnanzi alla Chiesa del SS.mo Salvatore alla Torre.
A malgrado che qualche miscredente avesse tentato di turbare la solenne funzione con scritti semplicemente informi, seminati tra il popolo, un'onda di gente d'ambo i sessi, di tutte le età e condizioni sociali, diretta dai PP. Missionari e dal Capitolo e Clero paesano, inneggiando alla Croce, simbolo di vera e santa libertà, s'avviarono verso la Chiesetta alla Torre.
Mons. Vescovo benedisse la Croce, e quando questa fu piantata,uno dei Missionari disse poche parole vibranti di santo entusiasmo; indi il sacro corteo si riversò per altra via in Cattedrale, dove un solenne “Te Deum” chiuse definitivamente le SS. Missioni.
Il loro ricordo non si cancellerà facilmente dall'animo dei buoni Cefaludesi.”
Notiamo come già nella inaugurazione “ qualche miscredente avesse tentato di turbare la solenne funzione”. Sia con volantini contro la religione sia addirittura demolendo parte del piedistallo già preparato davanti alla chiesetta. Questa contrarietà alla Religione cristiana, in quegli anni, era particolarmente vivace e spesso violenta. Ricordiamo che siamo nel periodo della grande guerra del '15-'18 e che l'ideologia del socialismo si diffondeva sempre più fra le popolazioni. La rivoluzione comunista di Lenin esplode in Russia nel 1917.
A Cefalù, quella croce, posta all'inizio della città, dava fastidio. Bisognava eliminarla.
E infatti ci fu questo tentativo.
Leggiamo direttamente la cronaca del fatto dal “Corriere del mattino” del 22 – 23 febbraio 1917. L'articolo viene intitolato : “Oltraggio nefando e sacrilego”.
“Cefalù 21 Febbraio
(Filos) Sembrerebbe impossibile come al secolo XX ed in un momento critico per la storia ( guerra del 1915-18), mentre ogni famiglia sta con l'anima in pena per la sorte dei propri cari chiamati a difendere la patria e si sostiene col conforto della Fede, mentre al fronte rifiorisce e si riafferma il sentimento religioso, che si mostra come principio potente e fonte dell'eroismo e della vera grandezza, sembrerebbe impossibile che oggi possano commettersi certe azioni degne solo di gente degenerata o madida di vino.
Il 5 aprile 1914 in occasione di una S. Missione data dai PP. Passionisti, fu piantata a ricordo una Croce di ferro davanti alla chiesa del SS. Salvatore fuori città. La vigilia di quel giorno vi fu chi tentò impedire la solenne manifestazione di fede di questo popolo demolendo il piedistallo su cui doveva piantarsi la Croce, ma tutto fu accomodato in tempo e non vi fu bisogno di rimandare la cerimonia.
Stanotte, a quanto pare verso mezzanotte, gente ignota, ignobile, che nella sua viltà ha cercato le tenebre e la solitudine per sfogare qualche basso sentimento proprio di chi è puro di qualsiasi senso di civiltà e di educazione, ha voluto strappare dal posto dove era piantata la Croce.
Non era opera di un solo, ma si doveva essere almeno in quattro ed armati di strumenti, perché la Croce, non potendo essere tolta solamente, è stata disvelta assieme a circa metà del piedistallo.
Essi giunsero a tal grado di degenerazione che non ostante la pioggia, trasportarono la Croce nel ponticello che trovasi là vicino sullo stradale, buttandola giù a rovescia e producendo uno storcimento alla base.
I disgraziati avevano compiuto il loro misfatto.
Ognuno immagini la sorpresa che stamani dovevano provare i contadini che ogni mattina vanno nei campi al lavoro. Il primo ad accorgersi del posto dove gli ignobili
malfattori avevano per oltraggio buttato il segno tanto caro ai cristiani, fu il maresciallo Caldiero del 6° Fanteria che passava di lì per recarsi al suo ufficio.
Commosso il bravo maresciallo si fece aiutare da alcuni passanti e dandone lui l'esempio, tutti con le lacrime agli occhi, tolsero la Croce da quel posto rimettendola diritta vicino al ponte.
La notizia dell'accaduto ha destato nella cittadinanza una grande indignazione per l'azione sacrilega, indegna di persone educate, civili e che, pur nutrendo sentimenti contrari, rispettano le credenze altrui, che sono, si può ben dire, della quasi totalità.
Moltissimi si sono oggi recati a vedere la Croce, ed ognuno è tornato con un senso di esacrazione per i malfattori, che certo avran dovuto perdere il ben dell'intelletto.
Questi i fatti.
L'autorità di P. S. informata a' promesso di fare delle indagini.”
Ma la fede del popolo cefaludese volle ben presto riparare l' offesa recata a tutti da questa azione malvagia.
La cerimonia viene descritta, in forma alquanto ridotta, dal giornale “Corriere d' Italia” del giovedì 8 marzo 1917.
Qui riportiamo la cronaca più ampia presa dal giornale “Corriere del mattino” del 7-8 marzo 1917 :
Cefalù 6 Marzo
La manifestazione di domenica 4 Marzo superò l'aspettazione di tutti, anche dei nemici della Croce, e noi non sappiamo darne che un'idea.
Preparata con dignitoso silenzio, quando anche gli elementi della natura potevano sembrare di ostacolarla, è sgorgata dalla fede e dal cuore di Cefalù, come una cosa spontanea ed al contempo necessaria.
Dopo aver subito le riparazioni dovute, la Croce, rimprovero e segno di contraddizione per i malfattori, dalla Cattedrale trionfalmente doveva riportarsi al suo posto davanti la chiesetta votiva del SS. Salvatore.
Ed è stato un vero trionfo. All'orario convenuto, le 15,30, il pellegrinaggio si mosse dalla Cattedrale. Precedevano i fanciulli dell'Oratorio Festivo con in mano dei rami da cui pendevano motti inneggianti alla Croce. Col loro ingenuo cicaleccio sembravano come gli uccelli che nelle giornate piene di sole e di luce innalzano i loro canti allegri e vari al Creatore dell'universo. Seguivano alcune centinaia di ragazze tutte con rami in mano inneggianti anch'esse alla Croce.
A questa lunga schiera teneva dietro un buon numero di ascritti alle varie associazioni religiose, fra cui spiccavano quelli dell'Apostolato della preghiera.
Dopo questi gruppi ordinati, venivano i seminaristi ed il Clero ed in ultimo Mons. Vescovo che ha voluto dare l'esempio, intervenendo al pellegrinaggio di riparazione.
Dopo il Vescovo la Croce, portata a spalle su di una bara, da contadini e pescatori, in mezzo ad uno stuolo di compagni, che tenevano in mano palme, per indicare che la Croce vince e vincerà.
Una folla immensa di popolo circondava e seguiva la bara, mentre uomini e donne da ogni parte ed a gruppi cantavano inni alla Croce, intrecciando in modo commovente i loro canti. Molti piangevano, osannavano. Chi poteva scorgere con un colpo d'occhio tutta quella gente, animata dalla fede e piena di sdegno verso gli ignobili e vili malfattori, rimaneva talmente commosso da vedersi spuntare le lacrime agli occhi.
Dovevano invece provare una stizza profonda i dementi sacrileghi, che hanno mostrato di essere veri nemici di Cefalù e della Patria, essi che sparpagliati tra la folla ostentavano indifferenza, quasi temessero di essere scoperti, mentre il popolo cantava : Noi vogliam Dio.
Quando si giunse al Salvatore, gli uomini che portavano la Croce poterono a stento aprirsi un varco in mezzo alla folla assiepata vicino alla chiesetta. Non appena la Croce fu posta vicino al suo piedistallo ricostruito, eruppe sonoro da tutti i petti un grido: Viva la Croce, gridarono le donne colla loro voce acuta, piangenti. Viva la Croce gridarono gli uomini dalle membra robuste e cariche di anni. Viva la Croce gridarono i ragazzi giulivi alzando i ramoscelli. La scena è indescrivibile.
Il can. Salvatore Barberi disse poche parole di occasione per mostrare come la Croce, che ha sempre vinto, vince anche oggi, la Croce che è il compendio della storia dell'umanità, principio di grandezza e di civiltà. Fece rilevare che mentre alcuni insensati hanno aspettato, per compiere il delitto, le tenebre della notte, la quale è il tempo proprio dei delitti, Cefalù rimette la Croce al suo posto in pieno giorno, come per indicare che la Croce rappresenta Colui che è la luce del mondo, e la via retta della salute.
Nessuno potrebbe descrivere la commozione di tutto quel popolo quando la Croce fu tolta dalla bara e ricollocata sul suo piedistallo.
Cefalù aveva riparato l'oltraggio alla Croce.
Il Rettore dell'epoca, Can. Giuseppe Restivo ha annotato diligentemente quanto è costato rimettere a posto la croce.
La spesa fu di Lire 92,90.

 

 

 

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