Il Murialdo è vissuto in un epoca densa di cambiamenti,
in una Torino crocivia di culture e tendenze diverse, travolta da una serie di avvenimenti che ne hanno cambiato il volto dal punto di vista politico, sociale, economico ed umano, ed ha avvertito tutti i drammi e le contraddizioni dell'epoca.
Secondo Giuseppe Tuninetti che ha fatto una classificazione dei preti dell'ottocento piemontese, in preti dei sacramenti, preti della carità e preti sociali “la figura di prete che a me pare piu nuova, più originale e più rispondente ai tempi nuovi è Leonardo Murialdo che appartiene a quel gruppo di preti sociali che si resero conto della rivoluzione industriale e sociale e tentarono nuove vie di apostolato e di presenza.”
Uomo di contemplazione e di azione, di grande fede e di sconfinata fiducia in Dio, Padre Misericordioso, dalla preghiera trarrà la forza per compiere grandi cose a favore degli emarginati, degli sfruttati, dei senza tetto, “se necessario, afferma, bisogna sacrificare ogni altro ministero per consacrarsi interamente a quello della gioventù operaia e degli strati più poveri e umili del popolo.”
Il Murialdo avverte in maniera preponderante un'emergenza dell'epoca, la “questione operaia” che coinvolge una grossa fetta di popolazione che aveva lasciato le campagne per trovare in città un lavoro più remunerativo e gratificante, ma che “hanno trovato incertezza, disoccupazione e miseria e stanno perdendo la fede”.
Nè è migliore la situazione di chi un lavoro lo ha trovato, in quanto gli stipendi sono fermi da trent'anni e gli orari di lavoro insopportabili, per cui, con un'intuizione alquanto moderna, cosi afferma in un suo manoscritto “I salari devono essere proporzionati alle esigenze di vita degli operai. Il prezzo delle giornate lavorative deve essere tale che gli operai possano avere un tenore di vita sufficiente. I padroni tenteranno sempre di pagare il meno possibile e troveranno sempre operai, purchè paghino quel che basta per vivere”.
Proprio per cercare di arginare tutti questi problemi, nascono delle società di mutuo soccorso ed il Murialdo, consapevole della necessità di saperne di più sulla situazione sociale anche a livello internazionale, approfitta del suo soggiorno a Parigi nel 1865, per rimettersi a studiare onde acquisire capacità, competenze e preparazione in materia, inoltre visita vari quartieri della città, incontra esponenti di movimenti cattolici, visita enti e sodalizi che lavorano nel campo religioso e sociale e nel 1866 si reca anche a Londra dove fa altre conoscenze ed esperienze e dove, soprattutto, si rende conto che le idee socialiste di Karl Max, stanno facendo passi da gigante.
Tornato in Italia, constatato che l'ideologia marxista si sta diffondendo rapidamente anche qui, si rimette a viaggiare per raccogliere informazioni, per capire come la comunità ecclesiale e la società stanno rispondendo alla questione operaia. Forte delle sue esperienze e delle idee maturate, il Murialdo si fa sostenitore di un ente che possa coordinare le attività dei cattolici nella realtà torinese, dove, nel 1871 nasce l'Unione Operaia Cattolica rivolta “ad operai, artigiani, piccoli commercianti ai quali proponeva alcuni impegni di carattere religioso e formativo ed offriva alcune opportunità legate al mutuo soccorso e, progressivamente, ad altre attività di carattere economico, culturale ed anche ricreativo” (G. Dotta).Tra il 1872 ed il 1882 percorre tutta l'Italia, l'Europa, la Tunisia, visita collegi, istituzioni ed enti, a Poitiers partecipa al Congresso dell'Union des Oeuvres Ouvrières Catholiques, organizzazione che riunisce le varie istituzioni a favore dei giovani e dei lavoratori.
Egli sostiene tutte le iniziative tendenti a favorire la dignità dei lavoratori, contrastando lo sfruttamento dei minori e delle donne; si inserisce nel dibattito politico, rifiutando il socialismo ateo e materialistico; si fa portavoce e propugnatore di programmi educativi e di lavoro per gli operai.
Negli anni successivi una serie di sofferenze e di lutti fiaccano il fisico ed anche il morale del Murialdo, ma un evento particolare gli ridarà vigore, la pubblicazione, il 15 maggio 1891, della “Rerum Novarum”, l'Enciclica sociale di Papa Leone XIII, a cui lui stesso stesso ed altri preti sociali hanno contribuito con le loro idee.
Il Murialdo la propone come “manifesto” con cui confutare le tesi marxiste, “i mali esistono, egli affermerà, ma il rimedio non sta nel socialismo... Ci vuole meno paura, più zelo e più lavoro... Non mendichiamo da nessun socialismo il rimedio per lo scioglimento pacifico della questione sociale e per elevare socialmente i popoli...”.
I seguaci ed i sostenitori del Murialdo e delle opere murialdine, sappiano, in questi nostri tempi non privi di problemi economici e sociali, anche se frutto di situazioni diverse, seguire le sue orme.